Cosa c’entra l’evasione IVA e i proventi a ISIS ? Sembrerebbe nulla e invece non è così.
La notizia è sensazionale.
La procura di Milano ha scoperto che parecchi milioni di euro di IVA evasa è finita nelle mani dei fondamentalisti islamici.
Il gioco è complicato ma cercheremo di essere chiari e concisi.
Alcune organizzazioni criminali acquistavano certificati ambientali nel Regno Unito, Francia, Olanda e Germania attraverso società con sede in Italia. Queste poi producevano soltanto “carta” ed erano intestate a prestanome soprattutto cinesi.
Le società estere acquistavano questi certificati senza pagare l’IVA, li “vendevano” in Italia, quindi con l’IVA, e poi venivano ceduti ad altre società ancora, spesso estranee ai fatti.
Le società italiane incassavano l’IVA dagli acquirenti ma poi non le versavano allo Stato italiano perché chiudevano prima e si intascavano i soldi, facendoli dirottare su conti di Hong Kong e di Cipro.
Evasione IVA e proventi a ISIS – Diamanti e ISIS
Da qui i conti finivano negli Emirati Arabi Uniti e con i soldi venivano acquistati diamanti ed investimenti immobiliari. C’è anche forte convinzione da parte degli inquirenti che i soldi siano serviti per finanziare il terrorismo islamico di matrice islamica fino ad arrivare allo Stato Islamico (ISIS).
La frode pare ammonti a circa 660 milioni, di cui solo 80 sequestrati dai magistrati milanesi.
38 sono state le persone indagate di cui 11 tuttora latitanti.
Pare infine che ci sia un’altra frode ai contribuenti italiani pari a circa 500 milioni di euro, il che porta all’evasione di IVA superiore al miliardo di euro.
Eh sì, fatte le leggi, trovati gli inganni. Siamo in Italia, ma ogni mondo è paese.
Buona Vita!
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